Luigi Cavalli

E' in uscita un libro su Luigi Cavalli, uno dei fondatori della sezione vicentina del CAI, oltre a essere stato un garibaldino dei Mille, consigliere comunale e provinciale, deputato e senatore del Regno d’Italia. Si tratta di un'edizione limitata e speciale che uscirà in occasione dei 180 anni dalla nascita e che verrà presentata a Vicenza in maggio

LUIGI CAVALLI
DALLA RUOTA DEGLI ESPOSTI AL PARLAMENTO
di Angela Maria Alberton
Introduce il prof. Emilio Franzina

Giovedì 9 maggio 2019, ore 17.30
Museo del Risorgimento e della Resistenza
Villa Guiccioli - Vicenza

20190509

20190509

 

Luigi Cavalli (San Nazario 1839 - Vicenza 1924), noto come garibaldino dei Mille, è stato consigliere comunale e provinciale di Vicenza, presidente e segretario di numerose associazioni locali e nazionali (Società dei reduci garibaldini, Comitato di vigilanza del Monte di Pietà, Commissione direttiva dell’Istituto Salvi, socio fondatore del CAI, fondatore della sezione vicentina del CNGEI, presidente della Biblioteca Bertoliana, ecc), deputato per quattro legislature, senatore dal 1901, irredentista e interventista. Nato dalla relazione clandestina tra la popolana breganzese Lucia Pedon e il conte Francesco Arrigoni, il protagonista di questo libro fugge dal Veneto austriaco per combattere nelle guerre di indipendenza nazionale. Rientrato a Vicenza, partecipa attivamente alla vita amministrativa locale, per poi gettarsi nell’agone politico.

Cavalli è un protagonista attivo dei suoi tempi e intrattiene legami con Giuseppe Garibaldi, Benedetto Cairoli, Alberto Mario, Giuseppe Zanardelli, Francesco Crispi, Gabriele D’Annunzio, e con i concittadini Fedele Lampertico, Paolo Lioy e Antonio Fogazzaro. Seguendo la sua storia individuale, degna di un romanzo, si ripercorre un’ampia parte della storia d’Italia, dalle lotte per l’unificazione della penisola fino alla prima guerra mondiale e al fascismo.

Breve estratto del libro:

Nell’agosto 1877, Cavalli partecipa con alcuni compagni, tra cui il cognato Luciano Casalini, al X Congresso nazionale degli Alpinisti in Cadore. La comitiva, partita il 21 agosto, si propone di raggiungere Feltre a piedi, ma già a Crespano opta per una carretta che la trasporta fino a Fener. Da qui a Feltre sono diciotto chilometri, percorsi a piedi sotto il sole del primo pomeriggio. Il caldo fa sbollire gran parte dell’entusiasmo iniziale. Il giorno dopo nessuno si fa più scrupoli a derogare dal proposito di utilizzare solo le proprie gambe e viene noleggiata una carrozza per Belluno. Dopo una visita alla città e ai dintorni, i vicentini proseguono sempre in carrozza fino a Pieve di Cadore e da qui ad Auronzo, sede del congresso previsto per il 26 agosto.

Arrivati e sistemati, gli alpinisti si iscrivono alle diverse salite in programma. Cavalli e Antonio Marzotto si iscrivono a quella del Cristallo, prevista per il 28 agosto. Il giorno prima però attraversano il monte Rusiana per visitare l’Argenteria (miniera d’argento) e pernottano nel ricovero di Misurina, dubbiosi di avere le forze necessarie per affrontare l’ascesa del Cristallo.

Partiti alle tre di mattina con altri quattro alpinisti, impiegano tre ore per arrivare ai piedi del monte e da qui cominciano la salita. Giunti in cima dopo quattro ore, si ristorano con vino e liquori, ammirano il paesaggio e depongono i loro biglietti nell’urna dei visitatori, dove c’era un solo biglietto italiano. La discesa si presenta più complicata del previsto e Cavalli, che guida la comitiva, è costretto a ricorrere all’aiuto delle guide con le loro corde. I ruzzoloni non mancano e tutti ne portano i segni nelle mani e sul retro dei calzoni.

Alle otto di sera la comitiva arriva finalmente al ricovero di Misurina, da dove riparte il giorno dopo per Schluderbach, al raduno con gli altri alpinisti. Il 29 agosto la cena sociale a S. Stefano chiude il congresso e Cavalli torna a casa prendendo la strada per la Carnia e Udine. Prima di recarsi in Cadore, Cavalli aveva preso parte alle escursioni sui colli Berici ed Euganei (16 aprile, 28-30 maggio 1877) e al convegno degli alpinisti vicentini e tridentini sul Pasubio (5 agosto 1877). E anche negli anni successivi è tra i più assidui partecipanti alle escursioni alpine, insieme al cognato Casalini.